
Attività



I Celti erano una popolazione prettamente nomade. Furono i primi ad introdurre l'uso dei mantelli colorati e dei pantaloni (brache) entrambi ereditati dagli Sciti. Molto bravi dunque nell'arte della tessitura e della tintura, ricorrevano a colori vegetali per tingere le stoffe e pitturarsi il corpo.
Abilissimi, poi, nella lavorazione dei minerali, in particolare del ferro, introdussero l'ottone e per molto tempo lavorarono la smithsonite, un particolare minerale, sostitutivo dello zinco.
Conoscevano molto bene le varie tecniche di fusione e impiegavano la loro perizia per realizzare armature e bardature dei cavalli. Erano anche capaci nella cottura del vetro (bianco e colorato), nell'uso dello smalto e nella lavorazione dell'ambra. Tali pratiche furono perfezionate nel
corso del passaggio dalla cultura hallstattiana a quella lateniana. In generale, erano dediti alla manifattura (questo fu trasmesso loro dagli Etruschi) alla scultura e all'intaglio delle pietre, alla concia delle pelli, del cuoio, alla ceramica, all'intreccio dei vimini, alla scultura lignea ed al commercio, anche per questo si frazionarono molto: si può dire che ciascuna unità economica era una tribù (questo fu un difetto della cultura lateniana).
Quindi davano una grande importanza al denaro. Erano dediti all'allevamento del bestiame (la parola pecus la ritroviamo anche tra i Galati), in particolare mucche e pecore; da queste ultime si ricavava la lana.
Oltre all'allevamento si dedicavano alla caccia, necessaria per la sopravvivenza e usata anche come allenamento per la guerra.
Coltivavano anche il grano che veniva poi conservato in pozzi scavati nel terreno, sigillati con l'argilla. Cucinavano il pane in forni o su graticole e scavavano buche nel terreno per arrostire animali interi.
Amanti del vino, producevano anche la birra ed erano grandi produttori di idromele, una bevanda principalmente a base di miele. Inventarono il servizio turistico della pensione completa, che si teneva nelle stazioni di cambio.
Commerciavano e lavoravano il sale, in celtico hal: molte città della zona del sale hanno come suffisso iniziale questo termine. Prediligevano l'uso delle botti a quello delle anfore. Inoltre lavoravano l’ambra, con la quali arricchivano le loro collane.
Popolo guerriero, utilizzavano splenditi elmi piumati ed alcune volte corazze. La spada celtica era corta e veniva impiegata come arma da taglio. Più tardi ne furono forgiate di più lunghe, tutte intarsiate e adornate di pietre, ma si parla del periodo dopo il 500 d.C.. Amavano radersi il volto e pettinare i biondi capelli all'insù, indurendoli con del gesso. In battaglia si coloravano il viso e, dopo aver danzato, si lanciavano nudi addosso al nemico urlando, prediligendo il corpo a corpo ed il primo assalto. Per questo con le spade colpivano menando dei fendenti che non si rivelavano mai colpi mortali, uno dei motivi che li fece perdere contro i Romani. Polibio racconta che le loro piccole spade si piegavano dopo i primi colpi. Solo successivamente gli Etruschi ridestarono l'uso del carro da guerra che avevano prima appreso sia dagli Sciti che dai popoli del nord (ex Atlantidei) e poi dimenticato. I loro eserciti non erano ben organizzati e le loro tattiche di guerra si basavano prevalentemente sul furore bellico.
I Celti che vivevano in zone marittime svilupparono un’abile capacità di navigazione. Possedevano navi più robuste di quelle romane fatte di quercia, con vele di pelle. Le caravelle della Lega Anseatica del 1300 d.C. erano fatte su questa stessa base, mentre le navi vichinghe erano più sul modello leggero. I Bretoni ed i Britanni in particolare esercitarono un'attività piratesca.
Il popolo celtico amava molto la musica (in particolare l'arpa) che veniva impiegata per celebrare riti sacri e di preparazione bellica, per raccontare le gesta di eroi e per impiegare la propria fantasia, luogo di rifugio dalle sfortune della vita. Infatti era molto diffusa la divinizzazione di eroi espressa attraverso le saghe. Per i Celti la fama era tutto, soprattutto nella misura in cui gli altri ti ricordavano. A tale proposito espressero una tradizione soprattutto orale, la storia e gli avvenimenti non erano scritti ma ricordati sotto forma di versi.
La cultura d'istruzione dei Celti comprendeva sia la religione che la geografia, sia la filosofia che l'astronomia. I loro oratori erano famosi in tutta l'Europa e servirono anche da insegnanti peri figli dei Romani.